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Storia del Patriziato di Gudo
Come tanti villaggi ticinesi, anche Gudo ha origini antiche, testimoniate soprattutto dalla scoperta fatta nel 1909 di
306 tombe del periodo di Hallstatt (prima età del ferro).
Gudo era certamente un importante luogo di residenza, confermato dalla rilevante estensione della necropoli sopra
citata, ma anche un centro di transito con una dogana ancora in funzione nel 1797.
Nel Dizionario toponomastico dei comuni svizzeri, Verlag Huber Frauenfeld/EditionPayot Lausanne, pagina
418, troviamo:
Forme documentarie (scelta)
1277 in locis set territoriis de Somentina et de Gudio
Meyer (1916: 76)
1317 dominus Manera de Gudio
Brentani I, 70
1323 ultra vallem de Riaria usque ad confinia de Gudo
CodiceBall, 37
1335 Comune de Gudio
Brentani, / CDT I, 204
1360 qui stat Gudo
Brentani, / CDT II, 151
1364 stabat in loco de Gudio
Brentani I, 70
1458 locorum et territoriorium de … Gudi
Brentani, / CDT III, 183
1482 et in parte Iacobi Mineti de Gudio
Brentani, / CDT IV, 244
CDT Codice diplomatico ticinese
Salvioni (1898a: 39 e 1899:85) vede nel toponimo Gudo la forma antica *agüd «acuto» che risale all’aggettivo latino
acutus «acuto, aguzzo, appuntito», con la caduta della vocale iniziale a - scambiata per la preposizione a.
(ndr: la corografia del territorio del Comune di Gudo - definizione figurante sulla prima mappa del 1870 - conferma
questa interpretazione).
Dal Dictionnaire Historique Biographique de la Suisse Vol.
13° 1926 rileviamo:
Il villaggio attuale di Gudo è menzionato nel 1264 e nel 1308
viene indicato con il nome Gudio.
La Chiesa di Santa Maria è già menzionata nel 1285; sarebbe
stata fondata dai Muralto che ne mantennero l’amministrazione.
I Muralto e i Magoria, di Locarno, come pure il Vescovo di Como,
i capitoli di Locarno e di Bellinzona e l’ordine di San Giovanni di
Cantone (ndr Contone) avevano dei diritti di decima.
La tradizione pone a Progero una residenza dei Benedettini,
vicino alla Chiesa di Santa Maria; il titolo di prevosto sarebbe
passato al superiore dei Benedettini di Bellinzona.
In realtà, i Benedettini non hanno mai avuto residenza a
Progero, ma solamente qualche terreno che avevano ripreso dai
Gesuiti al loro arrivo alla direzione del collegio di Bellinzona.
La cappella dei Santi Lazzaro e Celso é menzionata nel 1482. (ndr
quella dei santi Nazario e Celso nella frazione di San Nazzaro); la
Chiesa parrocchiale di San Lorenzo, nel 1583.
La dogana di Gudo nel 1797 era appaltata per 18 fl. all’anno.
Le annotazioni del Dictionnaire Historique sui Benedettini non corrispondono con le constatazioni apparse su
Briciole Storiche (nel 1950 ca)
….quanto riporta questo dizionario non é del tutto esatto: se é vero
che di un convento di Benedettini a Gudo non si può parlare, tuttavia
non si trattava solo di terreni (ancor oggi qualcuno dice di ronchi
appartenuti ai Benedettini: la vigna dei frati), ma effettivamente di
un abitazione o meglio, di una villa.
Nell’archivio dell’Abbazia di Einsiedeln tra i documenti della
Residenza Benedettina di Bellinzona c’é un fascicolo - il fascicolo Q -
concernente i beni di Progero.
Vi si può vedere tra l’altro l’istromento del 28 dicembre 1669 nel
quale si testifica la vendita da parte di un Lussy alla veneranda
Residenza dei molti reverendi padri della società di Gesù di beni
immobili per un valore di scudi d’oro 3550, tra i quali «una casa con
tetto di piode situata a Progero, territorio di Gudo,…»
I Gesuiti però tennero per pochi anni il collegio di Bellinzona: nel 1675
quando ci fu il trapasso ai Benedettini di Einsielden, cedettero a loro
anche i fondi di Gudo.
Ndr. Con l’incameramento dei beni ecclesiastici attuato dal Cantone nel
1852, la residenza fu tolta ai Benedettini e venduta a privati. Dal 1945 é di
proprietà della famiglia Resinelli.
Con l’aggregazione dei comuni dell’agglomerato del bellinzonese, dal 2 aprile 2017 Gudo fa parte della nuova Bellinzona.
Il Patriziato rimane comunque autonomo e continua a tenere vivo lo spirito propositivo della «vicinia» a favore della comunità del
nuovo quartiere.
L’archivio e le famiglie patrizie
Purtroppo, la parte più antica dell’archivio patriziale é andata persa al momento del cambiamento di sede nel 1951. E’ una perdita
importante perché sono scomparsi quei documenti che avrebbero permesso di dar voce alle antiche carte, preziose testimonianze
di inestimanbile valore sociale - culturale.
Le famiglie patrizie attualmente esistenti sono Cottini, Grossi, Minetti, Paganini, Verzasconi.
La famiglia Antognini (originaria probabilmente di Vairano) aveva lo stato patriziale di più Patriziati tra i quali anche quello di Gudo.
Con la legge organica patriziale del 1992 ciò non era più consentito ed un ramo di questa famiglia optò unicamente per quella di
Gudo.
Gianelli é una famiglia patrizia estinta.
Nel registro dei fuochi e nel catalogo elettorale sono iscritte famiglie e persone singole con cognomi vari che hanno, tuttavia, una
radice patrizia.